Fu la prima cosa che ci fu detta.
Un’altra sentenza bella tosta.
Certo, dall’esterno quella degli attori può sembrare una vita luccicante, ma si sbaglia chi la pensa così.
I veri attori e le attrici come me sono lavoratori e lavoratrici dello spettacolo e “the show must go on” in pressoché qualunque condizione fisica, mentale ed emotiva.
Le difficoltà esistono, eccome.
La gavetta di un attore, si sa, può durare anche tutta la vita e, al problema di un lavoro che è difficile di per sé, si aggiunge lo sforzo di voler piacere a tutti, molto spesso, in maniera più o meno consapevole.
Alzi la mano chi non ci è mai cascato/a.
Negli ultimi anni, dopo quasi un trentennio dalla mia scelta di diventare attrice, finalmente ho fatto pace con questo.
È impossibile piacere a tutti,
ma anche soltanto sperare di non avere nemici!
Da quando l’ho capito ho messo la parola fine ai miei sforzi, che di sicuro non mi facevano bene, e ho sposato il concetto di “sospiro di sollievo”.
Lo metto in pratica ogni volta che mi sento tesa riguardo a ogni genere di situazioni. È un toccasana, provare per credere!
Ci ho messo però molti anni a trovare la mia strada con l’approccio migliore per me, sempre alla ricerca di una crescita che fosse innanzitutto personale oltre che professionale.
Per questo non ho mai smesso di formarmi e sono diventata a mia volta formatrice e coach di persone con passioni simili alle mie. Con loro condivido la voglia di sperimentare e facciamo piccole e grandi scoperte ogni giorno, su noi stessi, sulla nostra voce e sul nostro modo di stare al mondo.
Questo ci dice anche molto sulle relazioni, che stanno alla base di ogni comunicazione e quindi anche della recitazione.
Ci sono due possibilità. Si può avere una collezione di maschere da portare in faccia in ogni situazione. Oppure...
Si può fare un immenso percorso di crescita interiore
e presentarsi, come suol dirsi, nudi e crudi.
Il che non significa essere brutali e sparare a zero, ma, al contrario, spogliarsi di tutte le maschere e ritrovare una propria centralità prima di presentarsi agli altri.
Io ho scelto questa via: sicuramente è la più lunga, forse più faticosa, a tratti imbarazzante, ma, per come la vedo io, è anche la più interessante.
Dal 2007 ho fatto del Metodo Linklater per liberare la voce naturale l’approccio di base per ogni mio training da attrice e da coach.